Parte nel 2017 la riforma dell’Inpgi

La riforma delle prestazioni dell’Inpgi è stata approvata all’unanimità dal Consiglio di amministrazione dell’ente. Approvata a maggioranza, con due voti contrari, la delibera che istituisce il prelievo di solidarietà, limitato a tre anni, a carico delle pensioni più alte. Tutte le misure approvate dal Cda dovranno ora passare al vaglio dei Ministeri vigilanti.

 

“L’intervento – si legge in un comunicato dell’istituto – si è reso necessario a fronte del perdurare dello stato di crisi del settore editoriale che ha comportato una contrazione del 15% dei rapporti di lavoro enunciati all’lnpgi, un contestuale incremento del 30% della spesa pensionistica nonché un continuo ricorso agli ammortizzatori sociali a carico dell’Istituto.

Le principali misure approvate riguardano in particolare:

La modifica dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia che vede incrementare, progressivamente nel triennio 2017 – 2019, l’età anagrafica richiesta, fino ad elevarla a regime a 66 e 7 mesi;

La modifica dei requisiti di accesso alla pensione d’anzianità, che prevede un progressivo innalzamento dell’anzianità contributiva fino ad arrivare nel 2019 a 40 di contribuzione con 62 anni di età.

In attuazione dei consolidati principi giuridici vigenti nell’ordinamento, tali misure non avranno alcun effetto nei confronti di coloro che, entro la data del 31 dicembre 2016, abbiano già maturato i requisiti previsti dalla normativa previgente per l’accesso ad un qualunque trattamento di pensione, che – pertanto – potranno continuare ad accedere ai trattamenti pensionistici già maturati in qualsiasi momento anche successivo all’entrata in vigore dei nuovi requisiti;

L’introduzione del sistema di calcolo contributivo di cui alla legge n. 335/1995 per le contribuzioni successive al 1/01/2017.

Le misure approvate hanno altresì previsto l’istituzione di un contributo aggiuntivo di disoccupazione dell’1,4%, a decorrere dal 1 gennaio 2017, per i rapporti a termine, a carico del datore di lavoro, riferito ai soli rapporti di lavoro a tempo determinato instaurati per causali diverse dalla sostituzione di personale temporaneamente assente.

La delibera del Consiglio prevede inoltre – per consentire approfondimenti e riflessioni – la necessità che in tempi brevi venga istituito un apposito tavolo tecnico nell’ambito del quale portare avanti l’esame di alcuni temi che riguardano il finanziamento degli ammortizzatori sociali, l’agevolazione della gestione del turn-over aziendale mediante forme di flessibilità in uscita e un’ulteriore revisione della disciplina di accesso al trattamento di disoccupazione.

Il Consiglio di amministrazione ha inoltre approvato a maggioranza, con due voti contrari, l’introduzione di un contributo straordinario di partecipazione al riequilibrio finanziario della Gestione previdenziale da applicare, in via temporanea per la durata di 3 anni a decorrere dalla data di approvazione dell’odierna delibera, a tutti i trattamenti di pensione erogati dall’Inpgi, di importo pari o superiore a 38.000 euro lordi annui, con percentuali crescenti in base alle diverse fasce reddituali.

 

«Con questa proposta di riforma approvata all’unanimità da tutto il Cda – commenta la presidente dell’Inpgi Marina Macelloni – l’istituto completa un percorso virtuoso di messa in sicurezza dei propri conti, per poter garantire la propria autonomia e la sostenibilità delle prestazione anche in futuro e quindi anche per le persone più giovani che cominciano a contribuire adesso».

 

«Gli interventi sono pesanti, ma inevitabili – osserva Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi -. La grave crisi del settore si ripercuote negativamente sui conti dell’Inpgi che è tenuto per legge a garantire la sostenibilità e l’equilibrio del bilancio nel lungo periodo. L’approvazione di queste misure ha rappresentato una grande assunzione di responsabilità da parte di tutto il gruppo dirigente e il voto unanime del Cda lo dimostra. Il confronto deve adesso spostarsi in sede governativa, dove è necessario avviare con urgenza un confronto sul rilancio dell’intero comparto che si ponga l’obiettivo di assicurare la tenuta del sistema, ristabilendo un equilibrio virtuoso fra uscite ed entrate nel mondo del lavoro e tutelando le giornaliste e i giornalisti che si trovano in situazioni di maggiore difficoltà. Senza la ripresa dell’occupazione e la lotta al precariato qualsiasi manovra risulterà inadeguata. È necessario che il governo si faccia carico di questa necessità assicurando al settore gli strumenti, anche di carattere economico, per chiudere la fase di ristrutturazione ancora in atto e porre le basi per una ripresa solida e duratura».

 

La Giunta esecutiva della Fnsi aveva espresso parere favorevole alle ipotesi di modifica delle prestazioni previdenziali dell’Inpgi proposte dal Cda dell’istituto. Il sindacato aveva ritenuto di sottoporre all’attenzione del Cda dell’ente alcune osservazioni: la salvaguardia dei colleghi coinvolti in stati di crisi; il miglioramento dei trattamenti di disoccupazione; la necessità di puntare su forme di flessibilità in uscita a condizione che siano attuate nell’ambito del rilancio di un turn over aziendale e del ricambio generazionale; l’ampliamento dello studio di misure per il rilancio dell’occupazione.

Attenzione rivolta anche all’incremento delle entrate previdenziali, da ottenere dando attuazione alla norma finale dell’accordo sul lavoro autonomo previsto dal vigente contratto di lavoro, che prevede il passaggio dei giornalisti parasubordinati alla gestione principale dell’Inpgi, e a verificare ogni possibilità per evitare effetti traumatici sulle prospettive previdenziali delle colleghe giornaliste e a scongiurare che si creino anche nel settore giornalistico le problematiche dei cosiddetti “esodati”.

Infine la richiesta che gli eventuali interventi di solidarietà sulle pensioni in essere siano accompagnati da una revisione, concordata con la Fnsi, del Fondo di perequazione e dall’impegno a realizzare un monitoraggio periodico degli effetti prodotti dalla manovra, alla luce degli stati di crisi in atto e di quelli che dovessero aprirsi in futuro, e a riaprire il cantiere del welfare del lavoro autonomo.