#IoNonStoZitta, l’appello della commissione Pari opportunità contro le querele temerarie  

 

“Siamo qui per difendere la libertà d’informazione ed esigere il rispetto della nostra dignità di donne contro ogni minaccia e forma di violenza”, ha detto Alessandra Mancuso, presidente della Commissione pari opportunità della Fnsi aprendo lunedì 7 marzo a Roma nella sede della Federazione nazionale della stampa italiana la manifestazione #IoNonStoZitta,  organizzata in collaborazione con Amnesty International, Articolo 21, Cpo Usigrai, GiULiA, Gruppo di lavoro pari opportunità Ordine dei Giornalisti, Italians for Darfur, Ossigeno per l’Informazione e Rsf Italia, che ha visto susseguirsi gli interventi di numerose giornaliste che hanno raccontato le proprie testimonianze di lotta contro l’arroganza, il malaffare, la mafia, le discriminazioni, lo stalking e il sessismo, tra cui anche la collega del quotidiano turco Cumhuriyet, Ceyda Karan, e, in collegamento Skype, la collega egiziana Hanan Solayman.

 

Nel suo intervento il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, ha rilanciato l’iniziativa della manifestazione davanti all’ambasciata egiziana “per Giulio Regeni e per i tanti Giulio di tutto il mondo”, ricordando che “la libertà di stampa non ha confini e noi continueremo ad occuparci di giornalisti minacciati e dei tentativi di imbavagliare la stampa in qualunque parte del mondo”, riferendosi in particolare, ma non solo, alle recenti vicende di Istanbul. “Stamattina – ha proseguito Giulietti – abbiamo incontrato il presidente del Senato, Pietro Grasso, al quale abbiamo chiesto di porre al presidente turco Erdogan e al governo italiano la questione della libertà di stampa in Turchia e di affrontare il problema delle querele temerarie. Un tema particolarmente delicato affrontato anche dalla relazione redatta dalla commissione Antimafia che contiene tante delle storie raccontate qui oggi dalle colleghe intervenute”.

 

Sul tema delle querele temerarie si è soffermato anche il segretario generale Raffaele Lorusso: “Le criticità sull’ordinamento italiano sono state sollevate più volte dagli organismi internazionali. C’è il carcere per i cronisti, ci sono le querele temerarie, c’è il servizio pubblico nelle modalità con cui viene gestito dalla politica, c’è il tema dell’antitrust”.

Lorusso ha poi evidenziato come “la stessa Cedu abbia chiesto che chi propone una querela temeraria e poi perde in giudizio debba essere condannato ad un risarcimento proporzionale alla cifra chiesta come risarcimento danni. La mia proposta è di lanciare da qui una mobilitazione per arrivare ad un emendamento nella proposta di legge sulla diffamazione o nella riforma del processo civile che vada in questa direzione”.

Proposta accolta dall’assemblea che ha rivolto un appello lanciando una raccolta di firme perché venga finalmente risolto il problema delle querele temerarie, “sempre più un vero e proprio strumento di intimidazione nei confronti delle giornaliste e dei giornalisti che cercano di svolgere al meglio il proprio lavoro di informare correttamente i cittadini su quello che succede intorno a loro”, ha spiegato Alessandra Mancuso che ha infine lanciato un nuovo servizio a disposizione delle colleghe: uno sportello virtuale cui rivolgere le segnalazioni in caso di discriminazioni, attacchi e minacce ricevute inviando una mail all’indirizzo cpofnsi@gmail.com.